Collecta
Ecclésiam tuam, Dómine,
miserátio continuáta mundet et múniat
et quia sine te non potest salva consístere;
tuo semper múnere gubernétur.
Per Dóminum nostrum Jesum Christum
La tua misericordia,o Signore,
mondi e protegga continuamente e protegga la tua Chiesa
e poiché non può sussistere senza di Te,
sia sempre governata dal tuo aiuto. (Messale Romano ed. Battisti 1933)
La tua continua misericordia, o Signore
purífichi e protegga la tua Chiesa
e poiché senza di Te essa non può essere stabile,
la governi sempre la tua grazia. (Messale dei fedeli, ed. Feder – Bugnini, 1963)
Proposta di traduzione
O Signore,
l’implorare sempre compassione
purifichi e protegga la tua Chiesa
e poiché non può mantenersi salva senza di Te,
sia sempre governata dal tuo dono.
Un vocabolario, una mente
MISERATIO: provare compassione, pietà. Il termine è presente una sola volta nel Messale Romano (ma ricorre in altri modi: miseratione, miserationis, miseratus).
Il termine ben attestato presso Cicerone, Plinio, Quintiliano, è supplica per ottenere pietà e perdono. Caratteristico del linguaggio biblico (soprattutto salmodico) e nei Padri (es. Cipriano presso di loro (i lapsi) le ferite e non le lacrime imploravano la pietà, De Lapsis 13 ) esprime richiesta, fiduciosa, di sostegno.
Nel caso della colletta che si esamina, miseratio si potrebbe tradurre anche come afflizione avendo presente il lamento dei salmi che invocano la misericordia e l’intervento di Dio.
Qui potrebbe essere una soluzione credibile in considerazione della lezione del Vangelo del giorno in cui Gesù invita la vedova di Naim a ‘non piangere’. Talvolta il Missale Romanum si concede questo tipo di assonanze.
La miseratio ricorda come la misericordia debba essere vissuta sempre come dono da chiedere, inflazionarla potrebbe essere indice di un’impossibilità psichica di riuscire a sperimentarla e quindi della conseguente debolezza nella Fede di poterla effettivamente ricevere.
Inoltre quest’unica presenza sembra voler sottolineare il Vangelo letto nella Messa del giorno e il miracolo compiuto da Gesù, che è vita, che ridona la vita.
MUNERE : obbligo, carica, dono. E’ termine tipicamente liturgico sia per definire il ‘munus’ sacerdotale, sia per indicare l’offerta, il dono da portare all’altare.
E’ vocabolo presente in diversi Padri, tra cui Ambrogio, e in particolare nei sacramentari.
Nel Missale Romanum è usato 24 volte sempre con evidente significato al dono eucaristico. In questo caso è interessante osservare la presenza del verbo gubernetur (sia governata) che riprende il dettato evangelico (Jo 15,1-8) e qualifica la specificità del dono.
Parole chiave
miseratio, munere, mundet, muniat, ecclesiam, consistere, gubernetur