Tua nos, quǽsumus, Dómine,
grátia semper et prævéniat et sequátur:
ac bonis opéribus iúgiter præstet esse inténtos.
Per Dóminum nostrum Iesum Christum
Deh, o Signore,
la tua grazia ci prevenga e ci accompagni sempre;
e ci faccia essere continuamente intenti alle opere buone. (Messale Romano ed. Battisti 1933)
Ti preghiamo, o Signore
che la tua grazia ci preceda e ci accompagni sempre,
affinché siamo sempre spinti ad operare il bene. (Messale dei fedeli, ed. Feder – Bugnini, 1963)
Proposta di traduzione
Sempre la tua grazia, o Signore,
Ti chiediamo,
venga prima di noi e dopo di noi;
allora potremo porre sempre grande attenzione alle buone opere.
Un vocabolario, una mente
INTENTOS : (part. pass. di intendĕre) tendere, comprimere, fare attenzione a, prestare orecchio, comprendere. Il termine è presente una sola volta nel Messale Romano (in realtà due, ma si tratta di una Messa più recente (s. Giovanni Battista de’ Rossi) per alcuni luoghi e che riprendere il testo già presente).
Nell’accezione INTENTI il termine compare tre volte. E’ interessante osservare che nel caso del testo più antico, la Feria V dopo la II Domenica di Quaresima, [Præsta nobis, quǽsumus, Dómine, auxílium grátiæ tuæ : ut, ieiúniis et oratiónibus conveniénter inténti, liberémur ab hóstibus mentis et córporis ] è anche lì collegato al tema della grazia; come a dire: noi possiamo (e dobbiamo) essere del tutto concentrati nel bene, però non è il nostro impegno, pur necessario, a determinarlo, ma la Grazia di Dio.
QUAESUMUS : verbo usatissimo con il significato originario di mendicare, pregare, supplicare. E’ una forma arcaica del verbo quaero (= chiedere per sapere; ma anche diverso da peto = chiedere per ottenere; rogo = interpellare).
E’ diventato classico nell’uso liturgico.