Et Lux in tenebris …
La luce brillò nelle tenebre, ma le tenebre non sono riuscite a vederla.
Il Vangelo di Giovanni che leggiamo il giorno di Natale inizia con le celebri parole In Principio.
Che senso ha ripeterle oggi?
Dopo più di duemila anni non ci stiamo forse rendendo conto che la luce che brilla nelle tenebre non riusciamo più a vederla e che le tenebre sono più fitte ogni giorno di più?
Come trovare speranza?
Con le medesime parole ha inizio anche il libro della Genesi:
In principio Dio creò il cielo e la terra.
Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre.
Il testo suggerisce che anche se la terra può essere qualcosa di mostruoso e tenebroso, lo spirito di Dio è sempre presente e Giovanni lo riprende perché il momento della creazione, è il momento della luce, è l’apparizione, l’epifania, di Cristo.
L’aspetto terribile del momento storico che stiamo vivendo non è la presenza delle tenebre, Dio creando la luce non distrugge le tenebre, ma le separa.
Le tenebre sono un ripiegamento su di sé della luce e non è forse ciò che sperimentiamo oggi quando ci sentiamo avvolti dall’inutilità della Fede come la tenebra che soffoca le parole di Gesù: Io sono la Luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8,12).
Il fatto che le chiese si svuotino, che i fondamenti della Fede vengano irrisi e attaccati nella stessa chiesa che li dovrebbe preservare, non deve essere una fonte di scoraggiamento, ma un incentivo ad interrogarsi, ciascuno di fronte a se stesso.
In questi giorni dovremmo porci una domanda: “Quando predispongo il presepe nella mia casa, quando visito un presepe, cosa vedo?”
Vedo un me stesso idealizzato avvolto in sentimenti di dolcezza e tenerezza o vedo rappresentato qualcosa di essenziale per la mia vita?
Se le chiese si svuotano, se l’insegnamento della chiesa è diventato liquido è perché luce e tenebre si sono mescolate dentro di noi abituati pigramente a delegare la responsabilità della conservazione della nostra Fede.
Se quasi tutto è scomparso, l’essenziale rimane ancora lì, nella sua semplicità e povertà come dice il vangelo di Giovanni:
il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio.
Non è questo il dono più grande del Natale?
Con la nascita del Salvatore siamo In Principio e siamo chiamati per tutta la nostra vita a costruire la chiesa.