Caro X,
mi è capitato di ascoltare l’Angelus da quella piazza… Ne sono uscito divertito dal lessico volpino, testimone dell’agonia di una generazione ricca di tutto e che tutto ha sperperato, di parole passate come l’acqua tra le dita; protagonisti di un vuoto di Fede certificato da un vuoto fisico di presenze, non solo in quella piazza, ma in tutte le chiese.
La Fede, in quella piazza, è divenuta esposizione dell’assente, un osso addentato con furia per affondarvi i denti.
Si coglie l’urgenza irrefrenabile di manipolarLa perché considerata poco più di un velo trasparente di fronte al nulla. Un tale stato di corruzione nasce da un bisogno viscerale di spadroneggiare sugli altri, comporta crudeltà, spietatezza e violenza
… per attrarre gli altri nel proprio tormento cieco.
Le parole ogni giorno sempre più ambigue e contraddittorie che arrivano da quella piazza – lo si registra in questi anni di guerra - a fatica oggi nascondono l'affanno per la propria evidente irrilevanza, divenuta nota distintiva di quella sede, a cui in tanti si volgevano un tempo.
Amico mio, conosco bene il disorientamento (anche negli entusiasti) degli ormai scarsi parrocchiani, sconcertati dalle parole di quei ‘pastori’ che sostituiscono le proprie performance da popstar a Dio, assumendo loro stessi il ruolo di grande Altro. L’ironia del concilio…
E’ un insegnamento perverso che s’insinua nell’anima (unico luogo dove il nostro sguardo può incontrare quello di Dio) per distogliere l’attenzione dal Creatore e ci rovescia all’esterno dove si prendono in considerazione solo i corpi, i loro movimenti e le loro azioni.
E’ ovvio che si disertino le chiese, che serve entrarci se Dio è presentato in uno stato di coma irreversibile?
In questi ultimi anni ci sono state inflitte parole che lentamente cominciano a svelare la propria natura inquinata. Ti ricordi quel: ho deciso di indire il Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio? “Quella misericordia” sta rivelando il suo vero volto: un orizzonte di devastazione totale.
Appunto: straordinario! Straordinario è una parola priva di senso! Dio nell’Eden dona all’uomo l’ordine per fronteggiare il caos. L’uomo inventa lo straordinario quando deve governare la disperazione che non riesce a trasformare in Fede.
Ci tocca attraversare questa misericordia rovinosa che è apostasia dalla Fede.
La Fede è ascolto. Per rimparare ad ascoltare dobbiamo avere il coraggio metafisico di rallentare il nostro correre abbastanza a lungo per ricontattare i semplici suoni della vita: lo stridere delle cicale, l’eco dei passi, la pioggia che scende, i rumori della casa in una notte d’inverno…
Ci aiuterà a riconoscere di nuovo i singhiozzi dell'anima, trovarli intollerabili e intervenire per lenirli.
Prova a osservare il tramonto. Quale meraviglia! Talvolta mi sento come pervaso da una strana sensazione. I raggi del sole illuminano la parte alta del campanile della chiesa che mi appare come una vela dorata e avverto una Presenza più potente di tutte le altre ed è pace.
Non ti scrivo queste parole per condividere un umido dettaglio privato, tantomeno un irriducibile stato d’animo personale.
E’ solo che mi pare importante riscoprire i piccoli spazi che ci sono elargiti ogni giorno per tirare il fiato.
Passa un brivido, si apre una crepa, e si comprende che in qualcuno ‘ intrufoli il pensiero: “Non mi trovo più, ho voglia di andarmene”.
Siamo i compagni di strada di uomini accecati dalle proprie ideologie. Possiamo affrontarli solo con il silentium che è un duro esilio volontario nella Fede. In quest’apparentemente assurda speranza potrebbe nascere, forse, con questi fratelli, una comunione paradossale capace di rovesciare tacitamente, forse, quel loro vuoto agghiacciante.
Ricordati che di dolore dobbiamo ammettere dentro di noi solo quel tanto che ci impedisca di cadere in una vacua superficialità.
E’ nell’apparente sgretolamento che s’incontra Cristo che salva.
tuo
Don Aldo